Gli esperimenti sull’impianto di biometanazione ex-situ (EBM) stanno procedendo in modo efficace. Entrambi i reattori, uno a membrana per la diffusione del gas (biomassa attaccata, reattore A) e l’altro a diffusori (biomassa sospesa, reattore B), sono in funzione ininterrottamente da oltre tre mesi. Diversi modelli di sfiato vengono testati ciclicamente nel reattore A per massimizzare l’efficienza del processo, mentre vari rapporti H2/CO2 vengono testati nel reattore B per aumentare il consumo di idrogeno. L’efficienza di trasferimento e l’efficienza di conversione dell’idrogeno vengono monitorate regolarmente, insieme al COD e al bilancio del carbonio, al fine di ottimizzare i parametri operativi dei reattori. I risultati preliminari suggeriscono che la riduzione del tempo di apertura dello sfiato da minuti a secondi migliorerebbe l’efficienza del trasferimento dell’idrogeno e migliorerebbe le prestazioni complessive del sistema.

L’impianto di ozonolisi è stato messo in funzione ininterrottamente fino alla fine di aprile con un dosaggio specifico di ozono di 10-20 gO3/kgVS, per poi essere fermato al fine di avere dati di confronto (controllo negativo) e per effettuare una manutenzione generale del reattore a contatto. La manutenzione ha riguardato principalmente l’intervento per risolvere problemi di intasamento e corrosione sui circuiti idraulici, dovuti al contenuto fibroso nei fanghi di depurazione, e per ottimizzare il trasferimento di gas ad alte portate.
I dati di funzionamento della linea fanghi con e senza ozonolisi in esercizio sono stati elaborati per una prima valutazione dell’effetto del pretrattamento dei fanghi con ozono sulla digestione anaerobica su larga scala e, in particolare, sulla produzione di biogas e sul contenuto di solidi dei fanghi smaltiti.
I dati mostrano come il trattamento con ozonolisi non esprima effetti inibitori sul processo di digestione anaerobica, mantenendo costante il contenuto di metano nel biogas e determinando un contenimento della concentrazione di H2S. I fanghi digeriti mantengono inalterata la loro attività metanogenica specifica (SMA) e non presentano variazioni chimico-fisiche salvo un parziale aumento del contenuto di sostanza disciolta in termini di COD e Azoto Organico dovuto all’effetto di dissoluzione dell’ozono sul contenuto di fanghi solidi.
I dati raccolti alle dosi di ozono testate non mostrano ancora un effetto sulla produzione di biogas, per questo motivo la ricerca sta ora procedendo con l’impianto di ozonolisi a dosi più elevate di 30-50 gO3/kgVS. I test BMP effettuati nel mese di luglio sui fanghi trattati con queste dosi più elevate hanno confermato l’aumento della produzione di biogas del +20/25% dei fanghi trattati rispetto ai fanghi non trattati. Il funzionamento continuo dell’impianto a questi dosaggi può consentire di confermare l’aumento della produzione di biogas anche su larga scala e di quantificare la minimizzazione dello smaltimento dei fanghi.


Impianto di ozonolisi (serbatoio di ossigeno, contenitore generatore di ozono e reattore a contatto); ottimizzazione idraulica; manutenzione della pompa di alimentazione; materiale fibroso dei fanghi nel circuito idraulico dell’impianto.